Un bambino felice è un bambino amato per quello che è, senza se e senza ma, rispettato nella sua natura meravigliosa e più autentica, incoraggiato a esprimere se stesso e la propria unicità, ascoltato e accolto nei suoi bisogni, che – ben lungi dall’essere vizi – sono necessità primarie e imprescindibili.

Ogni genitore si domanda come crescere bene il proprio figlio, renderlo un adulto sereno e realizzato. Non esistono ricette, né metodi uguali per tutti, ma individui unici, famiglie uniche, e – forse – un unico ingrediente: l’amore.

Se il bambino è amato e accolto, impara sin da subito a esprimere se stesso senza remore, né paure. Oltre al rispetto e all’accoglienza, tuttavia, possiamo aggiungere un altro importante strumento (insolito, a dire il vero) per aiutare i nostri piccoli a “dar voce” alla propria natura e alla propria anima: il canto!

Sarà perché forse si è persa la consuetudine di cantare in modo libero e senza inibizioni in casa, tra amici, che di rado consideriamo questa forma espressiva importante per la crescita dei nostri figli.

Per molti adulti cantare è difficile. Molti non lo fanno, non l’hanno mai fatto…E non è arduo immaginare perché: se il canto è un mezzo di espressione dell’anima, in un mondo che non è avvezzo ad accogliere…come riuscire a dar voce – con la propria voce – ai sentimenti, al vero sé?

Insegnare ai bambini a cantare, incoraggiarli in questo percorso, è un prezioso strumento educativo. Il bambino che canta è un bambino felice, gioioso, libero, come ci spiega la Maestra di canto Grazia Abbà in questa intervista rilasciata durante la seconda edizione della Fiera del Bambino Naturale di Pontedera.

Ascoltiamola e…buon canto a tutti!