La Fiera del Bambino Naturale è un’occasione per trascorrere una splendida giornata con tutta la famiglia all’insegna del rispetto per il bambino e dei suoi bisogni e per informarsi e saperne di più su temi come il contatto e l’accudimento.
A questo proposito, vi proponiamo un’intervista di Chiara Costa alla psicologa e psicoterapeuta Barbara Bonci, esperta di baby massage e autrice del libro Amore a fior di pelle, pubblicato all’interno della nostra collana per genitori “Il Bambino Naturale”. La dottoressa Bonci sarà ospite a Chiari, dove terrà un laboratorio per neomamme e donne in gravidanza. Ecco che cosa ci ha raccontato.
Dottoressa Bonci, che cosa l’ha spinta a diventare un’esperta di baby massage?
Il mio interesse verso il massaggio del bambino è nato durante la mia formazione, dapprima universitaria e poi specialistica. Sono una psicoterapeuta psicocorporea e mi sono specializzata in analisi bioenergetica, che è principalmente la sintesi delle psicoterapie corporee, il cui concetto principale è la velleità tra mente e corpo. Sempre negli anni della mia formazione ho capito, lavorando con gli adulti, che il metodo migliore per prevenire alcuni disturbi è quello di fare prevenzione sui bambini e sui genitori. Durante le mie consulenze mi focalizzo su questi ultimi, perché sono i primi a ricercare un sostegno, e focalizzandomi sul genitore, ovviamente, lavoro anche con il bambino, sempre nell’ottica della prevenzione delle tensioni muscolari.
Durante i primi anni di vita del bambino, quanto è importante il contatto con le persone care?
È importantissimo. Direi che per il bambino è addirittura fondamentale essere toccato e manipolato da tutte le figure di riferimento che ha intorno. Il contatto è importante da più punti di vista. Prima di tutto perché il piccolo, subito dopo la nascita, si trova in uno stato di desolazione fisica e sensoriale, essendo stato abituato per nove mesi a sentire le informazioni corporee attraverso l’utero della mamma e il liquido amniotico. Per nove mesi è stato costantemente stimolato a livello epidermico. Una volta nato, quindi, il bambino sperimenta una desolazione che può essere colmata solo dal contatto delle mani della mamma, del papà, e di tutti coloro che fanno parte della rete di supporto che circonda la famiglia. Il contatto è davvero fondamentale.
A chi consiglierebbe la lettura del suo libro Amore a fior di pelle? Perché?
Consiglio questa lettura in modo generico a tutti coloro che sono interessati al contatto, quindi a chi vuole sperimentare e approfondire questa tematica. Nello specifico, lo consiglio alle donne in gravidanza e ai neogenitori.
Oltre a essere un’affermata psicologa e psicoterapeuta lei è anche un’esperta della lingua dei segni italiana. In che modo la cultura del contatto può venire in aiuto dei bambini e/o dei genitori non udenti?
Da qualche anno lavoro con i genitori sordi e posso dire che il contatto, dal momento che stimola uno dei sensi più sviluppati nell’approccio che questi genitori hanno con il bambino, ovvero il tatto (insieme alla vista ovviamente), può essere un modo per far percepire al bambino di essere visto e amato. Questo aspetto della mia formazione mi ha aiutato tantissimo a capire che per restare in contatto, sia con i bambini sia con i genitori, a volte non è necessario sprecare troppe parole. Basta avere un approccio più sensibile a livello emotivo o anche un approccio fatto di silenzi, nei quali però passa tutto il carico delle emozioni che si vivono in un determinato momento. Da qui l’importanza del massaggio per i genitori sordi e per i genitori udenti: quello del massaggio è un momento molto speciale fatto anche di “non parole”, di sensazioni epidermiche molto sottili. Per quanto riguarda l’intensità delle sensazioni, quindi, l’esperienza del massaggio ha la stessa valenza un po’ per tutti i genitori.
In quali occasioni è particolarmente indicata la pratica del massaggio per mamme e bambini?
Durante la gravidanza, ad esempio. Nel libro Amore a fior di pelle propongo degli esercizi che sono tratti proprio dall’esperienza della teoria dell’analisi bioenergetica, esercizi che sono rivolti alle mamme, a chi si prepara a diventare mamma e ovviamente anche ai papà. Tali esercizi, che si basano appunto sul rilassamento muscolare, possono però essere svolti anche prima del massaggio, nel momento in cui il neogenitore si trova di fronte al bambino appena nato, un momento molto particolare. Il concetto fondamentale è che un genitore che è rilassato può anche essere più pronto a dare il contatto al bambino. Io consiglio sempre ai genitori di trovare un momento preferito durante la giornata in cui poter fare il massaggio con più tranquillità. Solitamente il momento migliore è la mattina oppure la sera prima dell’addormentamento. Sono due momenti che i genitori scelgono spesso, perché in quegli istanti si viene a creare una situazione di tranquillità reciproca, sia per i genitori sia per il bambino.
Domenica 27 maggio sarà a Chiari per un incontro dal titolo Mamma che stress, rivolto a mamme e a donne in gravidanza. Può anticiparci qualcosa?
Certo. Sono contentissima di poter proporre questo incontro e di affrontare determinate tematiche durante la Fiera del Bambino Naturale. Parlerò dell’analisi bioenergetica, che è appunto il mio approccio di psicoterapia. Nell’analisi bioenergetica si guarda alla persona nei suoi aspetti di tensione o rilassamento muscolare, e quindi di chiusura o apertura al piacere della vita. Questo è molto importante sia in gravidanza sia nella neogenitorialità, perché in questi momenti purtroppo c’è un grande carico di stress. Le persone sono prese dalla gioia, sia quando nasce un bambino sia a livello quotidiano, e così non si accorgono che in questi periodi si accumula grande stress a livello corporeo e muscolare. Quindi, grazie all’analisi bioenergetica, in questo incontro illustrerò le varie cinture muscolari di contrazione, guardando all’intero corpo della mamma o del papà, e illustrerò i vari blocchi muscolari che sono causati dallo stress, proponendo poi alcune esperienze di rilassamento su questi punti del corpo. Fondamentale per me è il grounding (che è la chiave di tutto il lavoro dell’analisi bioenergetica) ovvero il modo in cui siamo appoggiati al terreno con i nostri piedi. E poi occorre porre l’accento sulla respirazione ovviamente, che è un concetto molto semplice e allo stesso tempo molto complesso, non facile da praticare a livello profondo. Durante l’incontro, proporrò alcune piccole esperienze di respirazione, di grounding, nonché piccole esperienze su altri distretti corporei, per far sperimentare ai presenti un po’ di rilassamento e di contrazione, proprio a livello muscolare.
Intervista di Chiara Costa a Barbara Bonci