Il pediatra Alessandro Volta, presente alla Fiera del Bambino Naturale a Chiari, spiega l’allattamento ai papà.
Sono sempre di più le mamme che si informano sui benefici dell’allattamento al seno rivolgendosi ad associazioni o al personale sanitario. Ma è importante che anche i papà siano fatti partecipi di questo particolare momento, in modo da poter sostenere adeguatamente la neomamma e riuscire così a gestire con consapevolezza le incombenze quotidiane derivanti da un corretto accudimento del bambino. A parlarci del ruolo paterno è il pediatra Alessandro Volta, impegnato da anni nella realizzazione di corsi di accompagnamento alla nascita per genitori e nella formazione del personale sanitario su genitorialità e sostegno all’allattamento al seno, nonché autore, insieme al collega Ciro Capuano, di un nuovissimo libro la cui uscita è prevista per la fine di maggio, L’allattamento spiegato ai papà. Il volume, a cura de Il Leone Verde edizioni, farà parte della collana per genitori “Il Bambino Naturale”, e sarà un utilissimo strumento per comprendere al meglio tutto ciò che ruota intorno all’accudimento del neonato, in particolare durante il suo primo anno di vita. Abbiamo chiesto al dottor Volta di anticiparci qualcosa, in attesa della presentazione del suo libro a Chiari, durante la Fiera del Bambino Naturale del 26 e 27 maggio. Ecco cosa ci ha rivelato.
Dottor Volta, il prossimo 31 maggio uscirà il suo nuovo libro L’allattamento spiegato ai papà, edito da Il Leone Verde Edizioni. Cosa l’ha spinta ad affrontare questo delicatissimo argomento?
Sono diversi anni che mi occupo di paternità e della funzione dei padri nel percorso nascita, nonché del loro ruolo e delle loro posizioni nei confronti della nascita in generale. L’allattamento è una componente essenziale del primo periodo dell’accudimento. Anche il papà ha bisogno di essere informato, di essere motivato e di conoscerne anche i dettagli tecnici per poter essere di sostegno e di aiuto alla mamma.
Come pediatra e padre di tre figli ritiene che i neogenitori di oggi siano correttamente informati sull’importanza dell’allattamento al seno?
In generale sì, però ci sono delle situazioni in cui i padri non sono ancora sufficientemente preparati e accompagnati. Quindi c’è bisogno di insistere. Sono diversi anni che le ostetriche tengono dei corsi di coppia, o comunque dei corsi di accompagnamento alla nascita in cui vengono coinvolti i padri; però c’è ancora bisogno di lavorare perché aumenti la conoscenza e la consapevolezza della loro funzione.
Ci spiega brevemente come mai è così importante allattare il proprio bimbo al seno?
Abbiamo moltissimi dati, raccolti negli ultimi vent’anni, che indicano chiaramente come il periodo in cui è stato limitato l’allattamento al seno abbia creato altrettante limitazioni alla salute dei bambini piccoli, in termini di sviluppo neurologico e di protezione dalle infezioni, certo, ma soprattutto relativamente alla relazione tra mamma e bambino, che attraverso l’allattamento al seno diventa decisamente più forte. Tale relazione si è rivelata essere molto utile al bambino durante la crescita; questo significa che l’allattamento inteso come momento della nutrizione è solo un aspetto di ciò che si crea nella relazione mamma-bambino. Abbiamo quindi diverse evidenze, sempre più chiare e con dati sempre più scientifici, che ci dicono semplicemente che mamma e bambino hanno bisogno di questo momento e che l’allattamento è il principale strumento di crescita e di sviluppo del bambino nel suo primo anno di vita. È considerato un vero e proprio determinante di salute in questo periodo.
Basandosi sulla sua esperienza di pediatra, quali sono i consigli più richiesti dai neogenitori?
La grande paura dei genitori riguarda la sensazione che ci sia poco latte e che il bambino non mangi a sufficienza. Di conseguenza i genitori tendono a interpretare il pianto del bambino, che è un passaggio fisiologico nei primi mesi di vita, come una possibile carenza di latte. La pura è quindi legata al fatto di percepire questo tipo di alimentazione come qualcosa di non sufficiente, cosa che porta a credere che si debba aggiungersi del latte artificiale. È una delle situazioni più comuni. Sappiamo invece che il bambino si autoregola e che in realtà il seno, finito il periodo di assestamento e di adattamento iniziale, rende questa pratica dell’accudimento molto facile e veloce. Bisogna quindi incoraggiare i genitori nella prima fase, quando non conoscono ancora il bambino, ovvero quando le manifestazioni del bambino non sono ancora così ben definibili, a tener duro e a sopportare un po’ la difficoltà iniziale per poi avere una gestione più semplificata dei ritmi del bambino e del ménage famigliare.
Qual è il ruolo del papà nell’accudimento dei piccoli durante il primo anno di vita?
Il papà è sempre più presente e partecipe, e lo fa progressivamente in un modo sempre più autonomo, evitando di scimmiottare la mamma. Dunque il padre comincia a entrare nella dinamica dell’accudimento non allattando ma occupandosi di tutto il resto, sostenendo la mamma che allatta ma anche prendendosi cura del bambino direttamente, consolandolo, prendendolo in braccio, cambiandolo, portandolo fuori, aiutando la mamma a recuperare energia e a riposarsi, quando è possibile. Nella famiglia nucleare, insomma, il papà è sempre più presente e partecipe. È un po’ una necessità e un po’ un desiderio di sentirsi protagonista, di non essere solo spettatore e di poter dare attivamente il proprio contributo.
Quando si parla di allattamento e accudimento è molto importante, per ciascun genitore, essere correttamente informato. Cosa può fare, a questo proposito, il personale sanitario?
Il personale sanitario può fare moltissimo perché, in quanto depositario delle informazioni, può rispondere a dubbi, limitare le paure, dare sicurezza, creare dei riferimenti. Tutto questo non fornendo delle ricette, cioè delle risposte preconfezionate, ma accompagnando a un processo lento, che spesso trova i neogenitori molto disorientati e senza riferimenti culturali precisi. Dunque il personale sanitario ha un ruolo fondamentale, soprattutto le ostetriche. E in questo accompagnamento il papà deve essere incluso perché poi, di fatto, a casa c’è lui, e alle tre del mattino la mamma, se non ha un sostegno da parte del papà, si trova da sola. E la solitudine, nell’accudimento di un bambino, è la cosa peggiore che possa capitare, sia in termini di difficoltà e fatica fisica sia in termini di stress e di preoccupazione, fino ad arrivare alla depressione o a disturbi emozionali profondi.
A chi consiglierebbe, in particolare, la lettura del suo nuovo libro? Chi inviterebbe a partecipare alla presentazione che si terrà a Chiari, durante la Fiera del Bambino Naturale?
Abbiamo scritto questo libro per tutte quelle persone che ruotano intorno alla mamma, quindi anche per i nonni, soprattutto se sono presenti (perché possono essere di aiuto o di ostacolo, a seconda di come si pongono). Ci rivolgiamo anche a zii, zie e a tutte quelle figure che possono dare differente sostegno alla mamma e che quindi possono essere di ostacolo se si pongono in modo sbagliato. Le invitiamo tutte volentieri. Abbiamo scritto un libro molto divulgativo e semplice, che si compone di venti piccoli brevi capitoli scritti sotto forma di lettera, in modo da avere un linguaggio colloquiale diretto. Un libro con tante schede predisposte dal mio collega Ciro Capuano, con il quale lavoro da 15 anni, realizzate sullo stile dell’infografica. Tali schede permettono di dare un’immediata visone dell’argomento e dell’informazione che vogliamo veicolare. Per la realizzazione delle immagini ci siamo rivolti a un bravo disegnatore di Parma, Giacomo Gerboni, che nel libro ci mostra, attraverso le sue illustrazioni tecniche, sia quali sono le posizioni corrette per allattare sia ad esempio le posizioni più adatte che il papà può utilizzare per consolare il bambino. Pensiamo che nell’insieme il libro possa essere davvero un valido strumento di aiuto per i neopapà e per le neomamme.
Volevamo qualcosa che fosse di facile lettura e che si componesse di elementi essenziali, e così io e il dottor Capuano ci siamo rifatti alla nostra esperienza di formatori. Possiamo quindi garantire che i contenuti del libro sono validati, sono quelli internazionali di riferimento. Abbiamo semplicemente trovato una modalità diretta per comunicare questi contenuti ai genitori in modo facilitato.
Vorrei precisare, inoltre, che nel libro non si affronta soltanto la questione dell’allattamento: ci sono anche argomenti che riguardano lo stile di vita della famiglia dopo la nascita del bambino, ad esempio il ruolo che il padre assume nel fare da filtro con l’ambiente esterno e gli altri parenti. Si parla poi di temi come l’autosvezzamento, l’affettività e la sessualità di coppia dopo la nascita di un bambino. Quindi parliamo non solo di allattamento ma più in generale della vita di una coppia che ha un bambino nel primo anno dopo il parto. Abbiamo allargato un po’ gli orizzonti perché crediamo fermamente che possa servire a dare una panoramica completa di ciò che è davvero la paternità.
Intervista di Chiara Costa ad Alessandro Volta